Janine Van Der Merwe
Janine Van Der Merwe nasce nel 1973, a Pietermaritzburg, in Sud Africa, di origine olandese, scozzese, tedesco-slava. Attualmente vive in Friuli, regione multietnica, come le sue origini, e madre di tre figli.
Ricercatrice indipendente del Sè profondo, facilitatrice e formatrice in Costellazioni Famigliari e risoluzione dei traumi a rilascio corporeo. Dal 2010 conduce gruppi di lavoro sistemico con una metodologia in continua evoluzione.
Nel 2012 ha fondato l’associazione La Via dell’Albero, il cui scopo era promuovere tecniche e metodologie di tipo energetico, naturopatico e di valenza eco-sostenibile, dove la crescita e la consapevolezza acquisita da ogni singolo individuo potesse contribuire all’evoluzione della comunità e all’evoluzione di quest’ultima in relazione al proprio territorio e alla Terra.L’esperienza le ha permesso di integrare nel suo lavoro, un profondo radicamento e di contattare la risorsa delle sue origini multietniche, africane e nordiche, unione di due mondi opposti. Dal 2016 tiene corsi di formazione per operatori di ogni settore, aiutandoli ad entrare in contatto sui traumi stratificati nel periodo pre-cognitivo a livello esperienziale.
Con il suo primo libro “L’uomo e la donna naturali” pubblicato da BioGuida Edizioni nel 2018, ha portato a coscienza nel suo lavoro, l’intuizione sugli effetti dell’utero adrenalinico, della paura transgenerazionale ormai fissata nel corpo delle donne, nello sviluppo dell’embrione e di conseguenza nell’individuo, riconoscendo le basi della frammentazione del Sè e a livello collettivo, di una società nevrotica e alienata. Poco dopo un anno pubblica “La chiave del Tempo”, ulteriore sviluppo del libro precedente, collegando la percezione del tempo distorta e velocizzata proprio a conseguenza dell’utero adrenalinico; un collettivo di individui che fugge da un nemico non reale ma presente nella cellula, già nella memoria gestazionale, l’attacco adrenalinico.
Nel 2021 è uscito il terzo libro “Il bianco e il nero: la vita sta nel mezzo”, sempre pubblicato da BioGuida Edizioni. Un saggio incentrato sulla gestazione e la nascita, un testo semplice e potente, sulla riscoperta del ruolo fondamentale nell’evoluzione umana, della sacralità dei passaggi, la nascita. Da tutto questo nasce “Rappresentazioni sistemiche Metodo Jan”, perché non stiamo più parlando di costellazioni famigliari ma di epigenetica applicata alla rappresentazione sistemica, potendo lavorare sulla memoria cellulare, nei blocchi gestazionali e della nascita. La radice etimologica di Jan deriva dalla lingua madre sanscrita, da cui originano le nostre lingue indoeuropee e significa “Lo spirito creativo che nasce dalle Acque”. Quando la società è patologica, bisogna immaginarla come un albero malato che va tagliato, per permettere di ripartire dalle radici profonde, e il nostro corpo ricorda quali sono queste radici ancora presenti nella nostra memoria arcaica, in connessione con la preservazione della specie. Da lì c’è bisogno di ri-cominciare.
Attualmente sta lavorando sul suo prossimo libro.

Formazione
La mia formazione primaria nasce dalle costellazioni famigliari sistemiche di Bert Hellinger, formata con Marco Massignan ed Elena Dell’Orto. Essi hanno integrato nel lavoro delle costellazioni, la risoluzione dei traumi a rilascio corporeo, riprendendo dal Trauma Working e il Somatic Experience di Peter Levine.
Scoperto questo metodo ho subito riconosciuto e sentito il grande potenziale di questo strumento, avendo io stessa una grande capacità di riconoscere un trauma e la sua collocazione appena entro in contatto con la persona.
Ho alle spalle l’esperienza di quasi quindici anni di conduzione di gruppi e da circa otto anni propongo percorsi formativi.
E’ indubbio che l’integrazione delle mie origine multietniche, sono diventate la mia grande risorsa nell’accogliere traumi e vissuti provenienti da tutto il mondo.
I miei viaggi in Africa e l’aver lavorato per gruppi di lavoro formati da individui provenienti da molti paesi stranieri come l’India, il Myamar, il Burkina Faso, il Togo, la Costa d’Avorio, la Bolivia, ecc… mi ha dato sia a livello umano che antropologico, una cultura ricca di esperienza su svariate forme traumatiche, anche molto gravi.
Il facilitatore è colui che è in grado di essere un contenitore d’esperienza. Ed è per questo che ho sentito inoltre, l’innato movimento interiore di integrare formazioni con Michel Odent, chirurgo e ostetrico, pioniere della nascita fisiologica e Ruth Ehrardht, ostetrica tradizionale sudafricana.
Emanuele Portelli
Emanuele Portelli, nato il 9 febbraio 1970 a Palmanova (UD). Sposato con Janine Van Der Merwe e padre di Sofia. Laureato alla Facoltà di Scienze Politiche a Trieste nel 1995.
Formato alla Scuola Nemeton, Istituto di Arte Sciamanica e Sistemica di Marco Massignan ed Eleonora dell’Orto.Formato dal Maestro Michele Ballus fondatore e insegnante della Shiatsu School Tadashii Kyori.E’ formatore, facilitatore, autore e, grazie all’esperienza lavorativa a fianco di sua moglie Janine Van Der Merwe, ideatrice e formatrice del Metodo Jan, e’ a sua volta ideatore de “La via del Lupo.
